-
|
| .
|
|
|
|
Ho un parente che da circa 7 mesi vive in condizioni psico-fisiche e sanitarie non bellissime: problemi di salute abbastanza rilevanti ma che nega a tutti i costi, non si alimenta correttamente, vive senza acqua e gas. Rifiuta ogni contatto e aiuto da parte dei parenti. Giustificava il non utilizzo di acqua, imputando dei guasti;Dopo varie insistenze riusciamo a far andare a casa sua un idraulico per verificare eventuali problemi nell'impianto idraulico e sistemarli ma dopo un paio di giorni ha richiuso l acqua; stessa cosa con la bombola per la cucina.
Non riusciamo nemmeno a farlo sottoporre agli accertamenti sanitari necessari.
Dopo vari tentativi e sofferenze anche per noi, perché nkn è bello vedere un proprio parente in questo condizioni, decidiamo di rivolgerci ai servizi sociali del comune di appartenenza: effettuano una visita, ma non vengono lasciati accedere all abitazione per cui ha esito negativo. Viene richiesto un Aso ma anche questo esito negativo.
Non sussistono le condizioni per procedere ad un TSO.
Ora il comune afferma che tocca ai familiari prendersi cura dei parenti impossibilitati (cosa ovviamente corretta e giusta e cosa che vorremmo fare ) e che loro al massimo nei limiti previsti possono dare un aiuto economico. Ma qui non si parla di problemi economici, non abbiamo chiesto questo, come non abbiamo chiesto che devono assumersi la responsabilità di questo signore. Abbiamo chiesto di prenderlo in carico semplicemente per fornirci un aiuto a convincerlo di farsi aiutare da qualcuno, indipendentemente se sia un parente o meno, ma almeno farsi aiutare.
È corretta la risposta dell'assistente sociale? Può essere che i servizi sociali non possano fare nulla?
non è certo facile decidere di coinvolgere gli assistenti sociali, per cui se siamo arrivati a questa scelta è perché effettivamente abbiamo provato di tutto.
Grazie mille per l attenzione
|
|
|
| .
|
0 replies since 18/1/2023, 13:50 37 views
.
.
Like
Offline